Il 26 ottobre si celebra la “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari”. Quest’anno ricorre la seconda edizione. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza culturale (ma anche economica) delle tradizioni popolari nelle diverse regioni italiane. Perché è così significativa questa ricorrenza? Scopriamolo insieme.
Perché le tradizioni popolari sono importanti?
Ricordare è importante, anzi è fondamentale. E’ grazie alla memoria che una tradizione continua nel tempo e non si spegne nell’immediato presente. Si tratta di un processo emozionale e simbolico. Il fine della “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari” è proprio quello di tenere viva la memoria delle nostre tradizioni regionali e locali (sagre, processioni, rituali, balli, costumi, racconti popolari). Non bisogna tralasciare l’importanza del turismo culturale per cui la nostra nazione è nota a livello internazionale. Conoscere le proprie tradizioni è importante per trasmetterle alle future generazioni, ma anche per farle apprezzare dai turisti e dagli stranieri in viaggio nel nostro paese.
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Tradizione significa anche “distinzione” nel senso positivo del termine. Ogni città, ogni regione, ogni borgo della nostra nazione ha le sue tradizioni secolari (a volte millenarie) da preservare e scoprire. La conoscenza delle tradizioni ci spinge a una maggiore consapevolezza e al riconoscimento di un’identità non individuale, ma collettiva ed aumenta il senso di appartenenza a un gruppo.
Non di rado i giovani, figli del loro tempo, hanno denigrato o ignorato le tradizioni in nome della ribellione al sistema e della libertà. Oggi più che mai, in un’epoca di incertezze e continui cambiamenti, c’è un forte bisogno di recuperare i valori tradizionali. Ecco perché nel 2019 è stata istituita la “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari”. Concludiamo con una citazione di Ardis Whitman sulle tradizioni: “Dobbiamo amare i nostri ieri, ma non portarli come un peso nel futuro. Ogni generazione deve prendere nutrimento dalle altre e dare conoscenza a quelle che vengono dopo”.