26 Ottobre Giornata nazionale del folklore e delle tradizioni popolari

by Silvia

Il 26 ottobre si celebra la “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari”. Quest’anno ricorre la seconda edizione. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza culturale (ma anche economica) delle tradizioni popolari nelle diverse regioni italiane. Perché è così significativa questa ricorrenza? Scopriamolo insieme.

Perché le tradizioni popolari sono importanti?

Ricordare è importante, anzi è fondamentale. E’ grazie alla memoria che una tradizione continua nel tempo e non si spegne nell’immediato presente. Si tratta di un processo emozionale e simbolico. Il fine della “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari” è proprio quello di tenere viva la memoria delle nostre tradizioni regionali e locali (sagre, processioni, rituali, balli, costumi, racconti popolari). Non bisogna tralasciare l’importanza del turismo culturale per cui la nostra nazione è nota a livello internazionale. Conoscere le proprie tradizioni è importante per trasmetterle alle future generazioni, ma anche per farle apprezzare dai turisti e dagli stranieri in viaggio nel nostro paese.

Tradizione significa anche “distinzione” nel senso positivo del termine. Ogni città, ogni regione, ogni borgo della nostra nazione ha le sue tradizioni secolari (a volte millenarie) da preservare e scoprire. La conoscenza delle tradizioni ci spinge a una maggiore consapevolezza e al riconoscimento di un’identità non individuale, ma collettiva ed aumenta il senso di appartenenza a un gruppo.

Non di rado i giovani, figli del loro tempo, hanno denigrato o ignorato le tradizioni in nome della ribellione al sistema e della libertà. Oggi più che mai, in un’epoca di incertezze e continui cambiamenti, c’è un forte bisogno di recuperare i valori tradizionali. Ecco perché nel 2019 è stata istituita la “Giornata nazionale del folkore e delle tradizioni popolari”. Concludiamo con una citazione di Ardis Whitman sulle tradizioni: “Dobbiamo amare i nostri ieri, ma non portarli come un peso nel futuro. Ogni generazione deve prendere nutrimento dalle altre e dare conoscenza a quelle che vengono dopo”.

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